Il segreto del cambiamento senza sforzo.
“Coloro che non cambiano la loro mente non possono cambiare nulla”
– George Bernard Shaw
Nelle ultime due settimane, mi hanno scritto tre persone per raccontarmi un cambiamento spontaneo e sorprendente (per loro) di un’abitudine negativa. Una descriveva di aver smesso di bere dopo 30 anni di alcolismo; un’altra ha smesso di fumare senza particolari sforzi dopo numerosi tentativi falliti; una terza infine si è accorta di aver smesso di drogarsi.
Nonostante gli eclatanti cambiamenti riportati da queste persone, c’era un qualcosa di quasi deludente nel modo in cui questi cambiamenti si erano verificati. Per tutti e tre il tanto atteso cambiamento è avvenuto semplicemente perché “non gli andava più di fare quella cosa”.
E questa è la realtà che sta dietro ogni comportamento umano. Facciamo quello che facciamo perché al momento ci sembra una buona idea farlo; quando vediamo le cose in maniera diversa, facciamo cose diverse.
Questo ci fa capire anche quanto sia inutile cambiare un comportamento senza che prima non ci sia venuto in mente qualcosa di nuovo su ciò che vogliamo cambiare. Anche se abbiamo successo nel breve periodo nel mollare una cattiva abitudine o nell’acquisirne una buona, nel momento in cui non siamo più concentrati sul problema e smettiamo di impegnarci, ritorniamo a fare le cose nel modo in cui ha sempre avuto senso farle per noi.
E qui sorge un interrogativo interessante:
Se un cambiamento duraturo nei comportamenti è determinato da un insight, è possibile invertire il processo e cambiare il nostro comportamento forzando degli insight sul nostro modo di pensare a quel comportamento?
Sfortunatamente (o forse fortunatamente), non è possibile. Quando cerchiamo degli insights sul nostro modo di comportarci, finiamo sempre per trovare delle “spiegazioni” – buone ragioni in grado di spiegare perché ci comportiamo in un determinato modo. Ad esempio, a causa dei nostri genitori, o delle loro mancanze, o per l’ambiente in cui siamo cresciuti, o per il modo in cui la società tratta le persone come noi. Oppure è la chimica del nostro cervello – il nostro carattere depresso o ansioso, i nostri limiti fisici, o una storia personale che” se solo sapessi quello che ho passato nella mia vita, non ti meraviglieresti di come sto adesso”.
Il problema di tutte queste spiegazioni è che, per quanto descrivano bene la realtà, non corrispondono al vero. O per dirla in un altro modo – sono spiegazioni accurate ma non causali.
Per questo motivo gli insight veramente trasformativi non riguardano la tua vita – riguardano la natura della vita in sé.
Quando cerchiamo di avere degli insight sulle nostre vite, ci impigliano inevitabilmente nella rete della nostra psicologia, colpevolizzandoci da un lato per un comportamento e allo stesso tempo cercando di giustificarci per averlo messo in atto. Ma quando decidiamo di andare nella direzione opposta, e rivolgiamo l’attenzione ai principi che sottostanno alla nostra vita, possiamo vedere oltre la nostra personale psicologia.
Quello che le persone trovano, guardando in questa direzione, è unico per ognuno, ma generalmente coerente nella sua essenza:
- Si sperimenta un’energia superiore, di cui si è parte, ma che non si controlla. Possiamo chiamare questa forza Dio, o spirito, o forza della vita o Mente Universale. In ogni caso connetterci ad essa è un’esperienza che rende umili e allo stesso tempo dà speranza.
- Si riesce a cogliere, anche solo fugacemente, ciò che ci permette di vedere. Possiamo chiamare questa capacità consapevolezza, o autocoscienza, o realizzazione o Coscienza Universale. Comunque la si chiami, intuire qualcosa su questa capacità è come guardare dentro la propria testa con il retro degli occhi – è un’esperienza indescrivibile, in tutti i sensi.
- Si intuisce qualcosa sulle realtà separate – su come si crea la nostra esperienza di vita momento dopo momento. Che si pensi a questa forza differenziante come un potere creativo, una narrazione (nascosta) divina, o il potere del Pensiero Universale; quando si smette di controllare il contenuto dei propri pensieri e si comincia ad apprezzare il miracolo del pensiero, la vita diventa molto più fluida e sentiamo molta più compassione per noi stessi e per gli altri.
E quando facciamo ritorno alle nostre vite con questa nuova profonda consapevolezza, ci rediamo conto che le circostanze non sono cambiate, ma la persona che le vive è cambiata fondamentalmente e senza sforzo.
Con tutto il mio amore,
Michael